Da dove partiamo…
Viviamo in un tempo sospeso all’interno del quale ogni abitudine, ogni rapporto sociale, ogni ordinarietà si ritrovano scardinati e disconosciuti. Siamo spesso disorientati, confusi di fronte al veloce mutamento degli eventi. Collettivamente e a fatica, stiamo cercando di riorganizzare valori, di rinnovare la visione delle nostre esperienze e la narrazione dei nostri vissuti. Ora più che mai diviene fondamentale trovare spunti, introdurre energie innovative che possano contribuire attivamente ad una ricostruzione sociale rigenerata e autentica. L’esperienza ci insegna che “siamo parte di un sistema”: ognuno di noi è una importante cellula dell’organismo che abitiamo ed ognuno di noi ha la responsabilità e la splendida opportunità di contribuire al miglioramento della società.
In cosa crediamo…
Partendo da questi scenari, intendiamo investire sui bambini, quali portatori di abilità e potenzialità per crescere come cittadini attivi e partecipi. Dobbiamo riorientare la nostra attenzione, ri-dedicare il tempo all’altro, ritrovare un modo per stare in una situazione di benessere individuale che porti un beneficio anche all’altro da noi. Un tempo dedicato e finalizzato, in un’epoca contemporanea dove è spesso frammentato e orientato a strade che non portano alla ricerca del valore e della globalità della persona.
Il rischio di perdita dei valori di solidarietà e cooperazione per una tendenza collettiva all’individualismo, all’estetica come valore fondante, all’influenza delle mode, alla priorità data all’efficienza piuttosto che all’essere può essere contrastata attraverso un welfare generativo, circolare e trasversale: intervenire sul bambino, e indirettamente sulla famiglia, fino ad attivare una comunità più ampia, arrivando a dare un concreto sostegno ad una realtà in cui si individua un naturale collegamento rispetto agli apprendimenti appresi e che diventa la destinataria finale di un percorso, significa aprire la propria esperienza al mondo e condividere finalità, contenuti e benefici individuali e collettivi.
Risulta indispensabile insistere sul valore della diversità, in tutte le sue vesti, come risorsa e non come limite nell’ottica dell’accettazione di sé e dell’altro. Un approccio che contrasti anche la tendenza al bullismo o alla prevaricazione, che si manifesta in diverse forme e in diverse fasce d’età. Una visione sul mondo che apra ad altre culture come un veicolo implicito dei concetti di pace, solidarietà, sostenibilità sociale ed ambientale.
A chi è rivolto…
- allievi di 12 classi di scuola primaria del Comune di Parma: istituti comprensivi Verdi, San Vitale, Bocchi, Salvo D’Acquisto, Micheli, Bandiera, Ferrari, Newton.
- Ospedale dei Bambini: luogo di allestimento dell’esito finale e destinatario della raccolta fondi.
- insegnanti, educatori, famiglie dei bambini coinvolti
- fruitori della festa di primavera della coop la bula
- visitatori della mostra espositiva presso Ospedale dei bambini e cittadini coinvolti a vario titolo, anche attraverso informazione a mezzo stampa
Perchè gli origami a forma di gru…
In Giappone, poiché si credeva che la gru vivesse oltre mille anni, si utilizzavano origami che la rappresentavano nelle cerimonie religiose, ricreandoli per mille volte e donandoli ai malati con l’augurio di una rapida guarigione e lunga vita.
Siamo rimasti affascinati dalla vicenda di una giovane fanciulla, Sadako Sasaki, colpita dalle radiazioni della bomba atomica durante la seconda guerra mondiale. Conoscendo la leggenda, Sadako decise di realizzare mille gru affinché il suo sogno di continuare a vivere si avverasse. Ne creò tantissime di dimensioni e colori diversi. Giorno dopo giorno, nel suo letto di ospedale, realizzava queste piccole creazioni di carta, convinta che ce l’avrebbe fatta, che si sarebbe salvata. Nonostante tutti i suoi sforzi, la leucemia prese però il sopravvento e Sadako morì nell’ottobre dello stesso anno. Successivamente in suo onore venne eretta una statua nel Parco della Pace, dove ancora oggi ghirlande di origami vengono lasciate da turisti o semplici visitatori, nella speranza che altri desideri possano avverarsi. Sadako e le sue gru sono diventate il simbolo della pace nel mondo poiché ai piedi della statua, una targa reca incisa la frase: “Questo è il tuo pianto. La nostra preghiera. Pace nel mondo”.
Regalare mille gru ancora oggi significa: “ho pensato a te per tutto questo tempo, sei importante”.
Lo svolgimento del progetto…
- Da settembre a dicembre 2022: proposta alle insegnati delle classi individuate, condivisione di obiettivi e metodologie con incontri dedicati alla programmazione degli interventi
- Da gennaio a maggio 2023: per ognuna delle 12 classi si prevedono:
- – 1 incontro sulla cultura giapponese (e significati valoriali di tempo dedicato e cura) e sulla tecnica realizzativa a cura di Lara Piacentini, volontaria dell’Associazione FIDAS, con la presenza di una educatrice della cooperativa che coinvolgerà 3 persone con disabilità come insegnanti/facilitatori nell’apprendimento delle tecniche.
- – 1 incontro condotto da una educatrice de la bula, con i tre ragazzi suddetti, incentrato su giochi ed esperienze di animazione, in modo che l’oggetto gru venga “vissuto” per il suo aspetto di metafora di significati, significati a questo punto vissuti in prima persona dagli alunni.
- Fra marzo e aprile 2023: terzo passaggio: lasciare alle classi il materiale per realizzare 1000 gru in totale
- Alla festa di primavera della cooperativa la bula (maggio 2023): prima esposizione delle 1000 gru e avvio della raccolta fondi: le 1000 gru verranno collocate in 1 scatola e verrà effettuato lo spostamento (anche simbolico) della gru che ha visto la donazione (almeno 1€ per ogni gru) in una seconda scatola. Il totale delle gru di questa seconda scatola sarà destinato all’allestimento di una mostra-esito finale del percorso.
- Giugno 2023: Inaugurazione Mostra ed erogazione di fondi: le gru oggetto di donazione vengono legate con un filo presso la bula e poi, in data da definirsi, allestite presso l’ingresso dell’Ospedale dei Bambini, luogo a cui l’Associazione FIDAS eroga la donazione dei fondi raccolti con cerimonia pubblica (ipotesi di donazione in € o strumentazione acquistata ad hoc).
Collaborano con noi…
L’idea dell’uso dell’origami rivolto ai bambini, come veicolo e metafora di valori di tempo dedicato e cura, ci è stata portata da Lara Piacentini, che ha ideato e proposto un progetto da rivolgere alle scuole. Ascoltandola, affascinati, abbiamo colto da subito le potenzialità di questa collaborazione, con una piena convergenza di finalità, valori, metodi ed esiti attesi. La bula si è messa quindi a disposizione per dar vita ad un progetto strutturato che potesse essere condiviso con l’ente pubblico, e garantire la partecipazione attiva di persone con disabilità. Lara ha iniziato a fare origami nel 2014, convinta che fosse uno strumento dalla forte azione terapeutica, che ha sperimentato in primis su se stessa:
…fare per me origami è respiro, è dettare alle mie mani un tempo senza tempi, un’oasi di fragilità pronto a rompersi o ricomporsi, come un progetto portato a termine. Fare origami è insegnare a me stessa e all’altro la pace, è ricordarmi che quel pezzetto di carta proviene da un albero della terra…Fare origami insieme agli altri per me è come dire “accoglimi ma non strapparmi, non farmi mai più male e viceversa.”… Ho imparato che chi sogna senza agire è già spezzato….
L’Associazione FIDAS, di cui Lara fa parte, favorisce la partecipazione al progetto attraverso la
diffusione dei valori del progetto, il coordinamento della raccolta fondi e la donazione concreta all’Ospedale dei Bambini.
Il Comune di Parma- servizi educativi, ha promosso il progetto nelle scuole, ha selezionato le classi, e individuati i fondi a sostegno delle azioni educative.
L’Ospedale dei bambini sarà il destinatario finale di tutto il percorso: i fondi raccolti saranno frutto dell’impegno di bambini per altri bambini, del loro tempo dedicato, della loro cura nel creare, al meglio delle proprie potenzialità, un oggetto, simbolo della cura di sé e degli altri.